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Fondi Interprofessionali: una scelta consapevole

Da quasi un quarto di secolo le aziende italiane hanno la possibilità di formare i propri dipendenti impiegando una percentuale dei contributi versati obbligatoriamente all’INPS. Il datore di lavoro, infatti, può scegliere di stanziare questo versamento verso un fondo a scelta (tra i circa 20 ad oggi esistenti), potendo così utilizzare gli strumenti messi a disposizione dello stesso fondo.

I Fondi Interprofessionali (Legge 388/2000) sono organismi di natura associativa promossi dalle organizzazioni sindacali (datoriali e lavoratori, al fine di mantenere la bilateralità), e, acquisendo le risorse grazie ad un versamento obbligatorio per legge (Legge 845/1978), non costituiscono un aggravio economico per le aziende che decidono di aderire.

Sfruttare questi strumenti ha, evidentemente, un duplice vantaggio:

  • per i dipendenti, che possono valorizzare ed implementare le proprie competenze e quindi affermare la propria professionalità;
  • per le aziende, che possono migliorare la propria competitività senza sostenere costi aggiuntivi.

Naturalmente, districarsi nell’ambito della formazione finanziata non è facile per chi quotidianamente si occupa di altro; conviene, quindi, affidarsi ad enti accreditati che lo fanno per mestiere e i cui costi sono comunque coperti dai contributi erogati dagli stessi fondi.

Come procedere?

Inizialmente è bene comprendere quali sono le caratteristiche e le esigenze della propria azienda. Ho molti dipendenti o sono una microimpresa? Ho sedi in regioni diverse? Voglio finanziare anche la formazione obbligatoria? Ho dipendenti inquadrati come dirigenti? I fondi non sono tutti uguali, se accomunati per la modalità di adesione e l’acquisizione delle risorse finanziarie, differiscono per gli strumenti disponibili, le tempistiche, gli adempimenti necessari e, soprattutto, per i requisiti di accesso.

In linea di massima gli strumenti disponibili sono il conto aziendale e gli avvisi (le denominazioni possono variare a seconda del fondo, ma la sostanza non cambia). Il primo permette alle aziende di utilizzare gran parte delle somme versate per presentare piani formativi con le tempistiche a loro più congeniali e secondo le proprie disponibilità economiche; mentre i secondi regolano, attraverso la pubblicazione di bandi pubblici, l’erogazione di risorse economiche preliminarmente stanziate secondo una graduatoria di merito.

Principali differenze

Conto aziendale

Vantaggi:

  • Possibilità di presentare piani in qualsiasi momento dell’anno
  • Rapidità di approvazione
  • Adempimenti non eccessivi

Svantaggi:

  • Risorse limitate, soprattutto se il numero di dipendenti in forza è contenuto

Avvisi

Vantaggi:

  • Possibilità di accedere a risorse maggiori rispetto alle somme versate

Svantaggi:

  • Necessità di attenersi alle tempistiche dettate dagli avvisi
  • Adempimenti e regole più stringenti rispetto al conto aziendale

Adattamento dell’offerta formativa ed analisi dei fabbisogni

Considerando che in Italia il 95% delle imprese sono di piccole dimensioni (massimo 9 addetti) è facilmente comprensibile che, per far fronte alle proprie esigenze formative, la stragrande maggioranza delle aziende dovrà necessariamente cercare di accedere agli avvisi pubblici. Ciò comporta un’altra necessità: pianificare a medio/lungo termine le attività formative. Sarà infatti molto difficile far combaciare esigenze urgenti e tempistiche dei bandi, pertanto bisognerà effettuare una precisa analisi dei fabbisogni pensando ad un’erogazione diluita nel tempo. E anche in questo caso è necessario scegliere consapevolmente il fondo che più si avvicina, per caratteristiche e strumenti proposti, alle esigenze dell’azienda. Anche in termini di flessibilità.

Ruolo delle parti sociali

Come detto in precedenza i Fondi Interprofessionali sono enti bilaterali, costituiti quindi da associazioni datoriali e dei lavoratori. Questa bilateralità interviene anche prima della presentazione del piano formativo al fondo, infatti è sempre necessario che il progetto per il quale si richiede il finanziamento sia condiviso dalle parti costituenti il fondo (mediante il rilascio di un verbale di accordo). Questo processo costituisce, di fatto, una prima valutazione del piano, soprattutto a tutela delle parti coinvolte (il datore di lavoro da una parte e i dipendenti dall’altra) poiché tutti i funzionari chiamati a valutare il piano dovranno fornire parere favorevole.

Valutazione dell'impatto sulla crescita delle competenze e sulle performance aziendali

L’accesso ai fondi interprofessionali spinge inoltre le aziende a seguire le buone prassi della formazione, utilizzando strumenti per monitorare i risultati delle attività formative. Diventa quindi indispensabile valutare le competenze acquisite dal dipendente (con test in ingresso e in uscita) e rilasciare almeno un attestato di frequenza con profitto o, meglio ancora, un certificato di messa in trasparenza. Per l’azienda, invece, sarà necessario effettuare follow-up a distanza di alcuni mesi dal termine della formazione per valutare l’impatto sulle performance.

Per concludere, l’accesso alla formazione finanziata tramite i Fondi Interprofessionali permette alle aziende di investire nel proprio futuro, valorizzando le risorse più importanti (quelle umane). Pertanto, la scelta consapevole del fondo è la chiave per iniziare un percorso di crescita costante e, lasciandosi guidare dai professionisti del settore, dovrebbe essere adottato come asset fondamentale da ogni impresa.